Montemontanaro |
Link a Youtube: Michele Gianotti, Antichi mestieri: Lo Spranchino
nel 2011 rodolfo castagni esegue e racconta lo spranghino
Rodolfo Castagni, di Montemontanaro (PU), ha impostato una sua ricerca sui giochi di un tempo e sugli strumenti artigianali del periodo della civiltà contadina, raccogliendo molto materiale che ora costituisce un suo personale museo.
Il mestiere di spranghino (el sbranghin, nel
dialetto del pesarese) che ora appare alquanto certosino, consisteva nel
recuperare vasellame in terracotta (cocci, molto spesso da cucina) ricucendo con
filo di ferro le parti incrinate o rotte. Veniva fatto in due modi: uno con fori
passanti: il filo di ferro si passava sui fori adiacenti e veniva ritorto sul
lato esterno; l’altro con fori ciechi sulla parte esterna poi riuniti a coppie
con graffette di spranga in ferro battuto. Nel secondo caso il lavoro risultava
più rifinito con più sicura tenuta dei liquidi. Per migliorare la tenuta e
ricoprire le corrasioni (sbavature) si usava un collante artigianale, come
farina impastata con aglio o farina chiaro d’uovo allume di rocca e forse
cenere…
Molto ingegnoso è il trapano ad inerzia con un volano sferico che si vede in
funzione nel video.
Il vasellame così riparato non era più adatto per il fuoco, ma veniva usato come contenitore da portata e per condire paste, insalate, carni... Come osserva Rodolfo la tenuta dei condimenti non risultava critica perchè la diffusa povertà di quei tempi ne permetteva un uso molto discreto e difficilmente trasudavano dal cibo; allora le donne per rendere più gustoso il parco pasto preparavano i macaron sa'l chiass. Cioè, dopo cottura, sui macaron (spesse tagliatelle solo di farina e acqua) versavano lardo fuso e ben caldo, ottenendo un vivace sfrigolio, el chiass,